Bari, Statale 231

Da Barletta, io e Gianpiero, percorriamo la statale 231 in direzione Bari. Quasi ogni piazzola di sosta, ogni stradina che porta verso la campagna, è occupata da prostitute.

rumene, bulgare, nigeriane, brasiliane e anche qualche italiana, come scoprirò in seguito.

Lo scenario è spiazzante: roulotte, furgoni, capanni, piccole costruzioni in cemento, sedie e ombrelloni.
Ognuna di queste postazioni “ospita” una ragazza. La cosa incredibile che la statale 231 è una strada percorsa da chiunque di giorno e di notte, studenti, lavoratori e famiglie, perché va da Bari a Foggia passando per tutti i paesi intermedi, per circa un centinaio di Km.

Il viaggio di Medea nasce da una folle idea di Gianpiero di mettermi a recitare sul nostro furgone, rendendolo una parte fondamentale del racconto della straniera di oggi. Perché percorrendo la 231 è nata in noi l’urgenza di raccontare ciò a cui assistevamo inermi.

E nasce anche dalla bellissima collaborazione con Oasi2, cooperativa pugliese che svolge unità di strada e che è stata la prima di una lunga serie di enti.

Gli operatori di Oasi2 sono stati i primi a farmi andare in strada e ad aprire la porta su un mondo la cui soglia era sempre stata un insuperabile guard rail: io di qua al sicuro e loro dall’altra parte, esposte come merce.

Varcare quella linea è stato come aprire gli occhi per la prima volta, togliere un filtro di ipocrita normalità e rivalutare daccapo il peso di tutte le cose importanti.

Oasi2 lavora ogni giorno a contatto col mondo vero e scoprire questo stuolo di professionisti del settore e ciò che si trovano ad affrontare quotidianamente, ha allargato il campo della nostra indagine sugli esseri umani.

Potevamo cominciare a raccontare Medea .

Elena Cotugno

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