ideazione e regia Gianpiero Alighiero Borgia

parole Anton Cechov, FNSV, CCNL

con Teresa Acerbis, Raffaele Braia, Marco De Francesca, Serena Di Gregorio, Sabino Rociola

produzione Teatro dei Borgia

L’origine

Tutto è cominciato nel 2020 dallo studio del tema del rapporto tra gli esseri umani e il lavoro nella contemporaneità stimolati dalle opere di Anton Cechov che, tra le possibili letture, offrono quella di un’umanità alle prese con il lavoro in un’epoca di cambiamenti paradigmatici. Il lavoro si è sviluppato attraverso interviste, ricerca sul campo, collaborazioni con esperti e residenze sostenute dal Teatro Comunale di Vicenza, Cantieri Teatrali Koreja.

Lo sviluppo

Fottuti, Utopisti e Sognatori è un incontro in un’agorà con il pubblico durante il quale si tenta di analizzare, attraverso un frammentario romanzo teatrale, le dinamiche della vita lavorativa. Si parte dai lavoratori dello spettacolo, ma solo perché avanguardisti della precarietà, massimi esperti dell’’illusione, abitanti della terra di confine tra frustrazione e ispirazione, campioni e quindi emblemi della provvisorietà di questo tempo.

Il momento performativo, ludico divertente e frammentario, è costruito saccheggiando strutture drammatiche alle opere di Anton Cechov, che vengono poi ricomposte con l’innesto di stralci del CCNL dello spettacolo (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro) e del Decreto Ministeriale che istituisce il Fondo Nazionale dello Spettacolo dal Vivo  (Ex FUS).

In uno spazio teatrale denudato, ribaltato e reinventato, nel quale parte degli spettatori sono sulla scena e parte delle scene sono tra gli spettatori, si condivide con essi la sua natura di luogo di lavoro, si parte dalla condizione degli artisti per ragionare di opera e fatica, di ambizione e pigrizia, di ispirazione e sfruttamento, di stabilità e cambiamento come tratti intrinseci del rapporto tra umano e lavoro nella vita di tutti. Di Cechov restano filosofia e sentimento, ma per carità: Via le Betulle!